Interruttore Differenziale Puro Tipo B A2ZWORLD: cos’è, quando serve davvero e come scegliere quello giusto

Con inverter, wallbox, UPS e carichi elettronici moderni, il classico “salvavita” Tipo AC o Tipo A non sempre è la scelta corretta. In alcuni impianti può comparire una componente di corrente di guasto in DC liscia (smooth DC) o correnti residue a frequenza diversa da 50/60 Hz: in questi casi il dispositivo più adatto è un RCCB Tipo B.

In questo articolo spieghiamo:

  • cosa significa “Tipo B” (in modo concreto)
  • quando è realmente necessario
  • come scegliere polo, corrente nominale e sensibilità (30 mA / 300 mA)
  • cosa offre la gamma A2ZWORLD RCCB Tipo B PR8HM

Cos’è un RCCB Tipo B

Un RCCB (Residual Current Circuit Breaker) è un differenziale puro: protegge da correnti di dispersione verso terra, ma non protegge da sovraccarico/cortocircuito (quello lo fa un MCB o un RCBO).

La dicitura Tipo B indica la capacità di intervento anche in presenza di correnti residue “complesse”, inclusa la DC liscia, oltre ad AC e DC pulsante.

La definizione è descritta anche nello scopo della norma IEC 62423, che specifica requisiti addizionali per RCD di Tipo B (RCCB e RCBO): protezione con correnti residue sinusoidali (fino a 1000 Hz), DC pulsante e DC liscia.

In modo molto pratico: il Tipo B è pensato per impianti con elettronica di potenza (inverter, azionamenti, conversione AC/DC, ecc.).

Quando serve un Tipo B

Serve (o è fortemente consigliato) quando ci sono:

  • Inverter e azionamenti / VFD (motori, pompe, ascensori, macchine utensili, HVAC industriale) perché possono generare correnti residue con componente DC significativa.
  • UPS, raddrizzatori, convertitori (carichi con ponte diodi, filtri EMC importanti)
  • Impianti PV / storage in alcune architetture (dipende dal progetto e dai dispositivi a valle)
  • Sistemi dove il progettista richiede espressamente Tipo B per conformità e sicurezza su carichi elettronici avanzati

Spesso NON serve (o si può usare alternativa) quando:

  • l’applicazione è “classica” (carichi resistivi, luci tradizionali, prese senza elettronica rilevante): Tipo A/AC può bastare
  • nel mondo EV (wallbox): molte stazioni hanno già rilevamento DC 6 mA integrato. In quel caso la norma ammette anche RCD Tipo A o Tipo F, purché ci sia un dispositivo RDC-DD conforme.

📌 Messaggio chiave: Tipo B non è “meglio sempre”, è “giusto” quando il rischio di DC liscia/frequenze miste è reale.

La gamma A2ZWORLD RCCB Tipo B (PR8HM): cosa comprende

Gli RCCB Tipo B PR8HM di A2ZWORLD risultano:

  • conformi a IEC 61008-1 / IEC 62423
  • IP20
  • potere di interruzione nominale 10 kA (10000A)
  • disponibili in versioni monofase 1P+N (2 moduli) e trifase 3P+N (4 moduli)

Esempi di varianti pubblicate sul sito:

  • 1P+N 2M, 230V AC, con sensibilità 30 mA e correnti nominali in varie taglie (es. 25A, 40A, 63A, 100A in pagine diverse)
  • 1P+N 2M, 230V AC, con sensibilità 300 mA per protezione impianto/antincendio (es. 40A / 63A)
  • 3P+N 4M, 400V AC, con sensibilità 30 mA (es. 40A / 63A)
  • 3P+N 4M, 400V AC, con sensibilità 300 mA (es. 100A)

Come scegliere il modello giusto

A) 1P+N o 3P+N?

  • 1P+N (2 moduli): impianti monofase 230V, linee dedicate (es. wallbox monofase, UPS piccoli, carichi monofase con elettronica)
  • 3P+N (4 moduli): impianti trifase 400V (motori/inverter trifase, HVAC, quadri industriali, UPS trifase)

B) 30 mA o 300 mA?

  • 30 mA → protezione persone (contatti indiretti), tipica dove serve “salvavita” per sicurezza utenti.
  • 300 mA → protezione impianto / antincendio (riduzione rischio incendio da dispersioni), spesso usata a monte come protezione “selettiva” o su linee dedicate dove 30 mA sarebbe troppo sensibile.

Regola pratica: 30 mA per persone, 300 mA per impianto (poi il progetto definisce selettività e coordinamento).

C) Corrente nominale (In): 25A, 40A, 63A, 100A…

Qui non c’è magia: si sceglie in base a:

  • corrente prevista della linea/quadro
  • coordinamento con protezione magnetotermica a monte/valle
  • sezioni cavo e condizioni di posa

Esempio tipico:

  • linea dedicata monofase: 25–40A (dipende da carico)
  • quadro o dorsale importante: 63–100A (se previsto dal progetto)

Attenzione: un RCCB non basta da solo (serve la protezione contro sovracorrente)

Ricorda sempre:

  • RCCB = solo differenziale
  • contro sovraccarico/cortocircuito serve:
    • un MCB a valle (o a monte, in base al progetto), oppure
    • un RCBO (differenziale + magnetotermico integrati)

Questo è fondamentale sia per sicurezza sia per conformità impiantistica.

Consiglio “da campo” per clienti/installatori

Se un installatore ti chiede “mi serve davvero Tipo B?” puoi guidarlo con 3 domande semplici:

  1. C’è un inverter / VFD / UPS / conversione elettronica sulla linea?
  2. È una wallbox: ha già rilevazione DC 6 mA integrata o prevista (RDC-DD)?
  3. È richiesta protezione persone (30 mA) o impianto/antincendio (300 mA)?

Se la risposta (1) è “sì” e non ci sono alternative progettuali, il Tipo B diventa spesso la soluzione più lineare.

Conclusione

Il RCCB Tipo B A2ZWORLD PR8HM nasce per un’esigenza reale: proteggere in modo affidabile impianti moderni dove possono comparire correnti residue in DC liscia e frequenze miste, tipiche dell’elettronica di potenza.

Se stai progettando o aggiornando un impianto con inverter, azionamenti o carichi elettronici evoluti, scegliere il Tipo B “giusto” (poli, In e Idn) fa la differenza tra:

  • un impianto che scatta quando serve
  • e un impianto che scatta a caso o, peggio, non scatta nelle condizioni critiche.

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RCBO e RCCB elettromeccanici o elettronici: differenze reali e guida alla scelta